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RATTALINO ARRAU IL FILOSOFO
Prezzo: |
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Cod. art.: | 9788887203493 |
Casa Editrice: | Zecchini |
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Disponibilità: | Disponibile |
Peso: | 0,500 Kg |
Servizi
StampaDescrizione
Claudio Arrau - Il Filosofo
Codice edizione: 9788887203493
Nel 1926 un pianista russo di ventitre anni, Vladimir Horowitz, esordisce a Berlino. Ad ascoltarlo, in prima fila, c'è un pianista cileno di ventitre anni, Claudio Arrau, accompagnato dalla madre sessantaseienne. Ascoltano, madre e figlio, e restano senza fiato. Si avviano verso casa, e quando arrivano la madre dice al suo ragazzo di mettersi a studiare perché "lui suona meglio di te". Da Berlino la carriera di Horowitz prende il volo: Parigi lo consacra, l’Europa lo applaude, gli Stati Uniti lo accolgono nel 1928 e ne fanno una star. Arrau vince nel 1927 un concorso a Ginevra e comincia a costruirsi una carriera. Lavora, si afferma molto lentamente, la sua velocità di apprendimento è talmente favolosa da permettergli di mettere insieme un repertorio sterminato, è stimato ma non ha charme. Nel 1941 lascia Berlino, dove era vissuto per trent’anni, e si stabilisce negli Stati Uniti, di cui diventerà cittadino nel 1979. È in grado di sostenere centoquaranta concerti all’anno, e lo chiamano dappertutto, eppure è soltanto un solido professionista di caratura internazionale, non una leggenda vivente com'è invece diventato il suo coetaneo Horowitz. Ha quasi sessant’anni, Arrau, quando la Philips gli affida la registrazione di tutte le sonate di Beethoven. E nel momento in cui scompare a ottantacinque anni Wilhelm Backhaus, Claudio Arrau gli subentra come beethoveniano deputato. Per vent’anni - morirà ottantottenne - sarà un leader dell’interpretazione pianistica e non lascerà il suo sigillo solo su Beethoven ma anche su una mezza dozzina di altri grandi autori. Il suo lungo inseguimento di Horowitz si è concluso, e di fronte alla storia saranno pari. Discografia a cura di Marco Iannelli
Codice edizione: 9788887203493
Nel 1926 un pianista russo di ventitre anni, Vladimir Horowitz, esordisce a Berlino. Ad ascoltarlo, in prima fila, c'è un pianista cileno di ventitre anni, Claudio Arrau, accompagnato dalla madre sessantaseienne. Ascoltano, madre e figlio, e restano senza fiato. Si avviano verso casa, e quando arrivano la madre dice al suo ragazzo di mettersi a studiare perché "lui suona meglio di te". Da Berlino la carriera di Horowitz prende il volo: Parigi lo consacra, l’Europa lo applaude, gli Stati Uniti lo accolgono nel 1928 e ne fanno una star. Arrau vince nel 1927 un concorso a Ginevra e comincia a costruirsi una carriera. Lavora, si afferma molto lentamente, la sua velocità di apprendimento è talmente favolosa da permettergli di mettere insieme un repertorio sterminato, è stimato ma non ha charme. Nel 1941 lascia Berlino, dove era vissuto per trent’anni, e si stabilisce negli Stati Uniti, di cui diventerà cittadino nel 1979. È in grado di sostenere centoquaranta concerti all’anno, e lo chiamano dappertutto, eppure è soltanto un solido professionista di caratura internazionale, non una leggenda vivente com'è invece diventato il suo coetaneo Horowitz. Ha quasi sessant’anni, Arrau, quando la Philips gli affida la registrazione di tutte le sonate di Beethoven. E nel momento in cui scompare a ottantacinque anni Wilhelm Backhaus, Claudio Arrau gli subentra come beethoveniano deputato. Per vent’anni - morirà ottantottenne - sarà un leader dell’interpretazione pianistica e non lascerà il suo sigillo solo su Beethoven ma anche su una mezza dozzina di altri grandi autori. Il suo lungo inseguimento di Horowitz si è concluso, e di fronte alla storia saranno pari. Discografia a cura di Marco Iannelli