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BERLIOZ LETTERE A ORFEO
Prezzo: | €12,00 Iva esente |
---|---|
Cod. art.: | 9788887203325 |
Casa Editrice: | Zecchini |
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|
Disponibilità: | Non disponibile |
Peso: | 0,500 Kg |
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StampaDescrizione
Le lettere indirizzate alla cantante Pauline Viardot che avrebbe interpretato il ruolo di Orfeo e che avrebbe dovuto interpretare la nuova opera di Berlioz, si rivelano come un documento dai risvolti sconvolgenti.
A Parigi nel 1859 la resurrezione dell’Orfeo ed Euridice al Théâtre Lyrique assunse le proporzioni di un successo senza precedenti. Del clima di incontenibile entusiasmo che salutò il capolavoro di Gluck nella ripresa curata da Hector Berlioz e cantata da Pauline Viardot ci informa perfino Gustave Flaubert: "Questo inverno sono stato due volte a teatro, due volte per ascoltare la Viardot nell’Orphée. E’ una delle più grandi cose che conosca. Da molto tempo non provavo un tale entusiasmo." In questa raccolta di lettere è possibile seguire giorno per giorno la preparazione di un evento musicale del tutto eccezionale, come pure si può riconoscere i segni della passione che infiammò Berlioz. Le lettere indirizzate alla cantante che avrebbe interpretato il ruolo di Orfeo e che avrebbe dovuto interpretare la nuova opera di Berlioz, si rivelano come un documento dai risvolti sconvolgenti. In Pauline Viardot née Garcia il musicista fa convergere l’immagine dell’unico ristoro a tutti i mali che lo stanno straziando. E’ lei, proprio lei, l’Orfeo che può condurlo in salvo dagli Inferi. Se non fosse che l’orizzonte brulica di presenze inquietanti, fra cui si stacca importuna l’ombra di Richard Wagner... Dopo i Grotteschi della musica ecco un libro di Berlioz ancor più sorprendente. A dargli forma è stavolta l’epistolario del musicista, mai oggetto fino ad oggi di una traduzione italiana. Alle lettere - precedute da una lunga trasvolata compiuta dagli antri della Grecia classica ai salotti aristocratici e ai palchi d’opera della Parigi del XIX secolo - si affiancano i due articoli che Berlioz consacrò ai trionfi di Orfeo.
A Parigi nel 1859 la resurrezione dell’Orfeo ed Euridice al Théâtre Lyrique assunse le proporzioni di un successo senza precedenti. Del clima di incontenibile entusiasmo che salutò il capolavoro di Gluck nella ripresa curata da Hector Berlioz e cantata da Pauline Viardot ci informa perfino Gustave Flaubert: "Questo inverno sono stato due volte a teatro, due volte per ascoltare la Viardot nell’Orphée. E’ una delle più grandi cose che conosca. Da molto tempo non provavo un tale entusiasmo." In questa raccolta di lettere è possibile seguire giorno per giorno la preparazione di un evento musicale del tutto eccezionale, come pure si può riconoscere i segni della passione che infiammò Berlioz. Le lettere indirizzate alla cantante che avrebbe interpretato il ruolo di Orfeo e che avrebbe dovuto interpretare la nuova opera di Berlioz, si rivelano come un documento dai risvolti sconvolgenti. In Pauline Viardot née Garcia il musicista fa convergere l’immagine dell’unico ristoro a tutti i mali che lo stanno straziando. E’ lei, proprio lei, l’Orfeo che può condurlo in salvo dagli Inferi. Se non fosse che l’orizzonte brulica di presenze inquietanti, fra cui si stacca importuna l’ombra di Richard Wagner... Dopo i Grotteschi della musica ecco un libro di Berlioz ancor più sorprendente. A dargli forma è stavolta l’epistolario del musicista, mai oggetto fino ad oggi di una traduzione italiana. Alle lettere - precedute da una lunga trasvolata compiuta dagli antri della Grecia classica ai salotti aristocratici e ai palchi d’opera della Parigi del XIX secolo - si affiancano i due articoli che Berlioz consacrò ai trionfi di Orfeo.